Le Protagoniste
Cristina Ciulla
Il teatro per Cristina non è solo una seconda casa, ma un vero e proprio luogo dell’anima. Nata in una famiglia di artisti, vive fin dall’infanzia a stretto contatto con il mondo dell’opera lirica: i camerini sono il suo parco giochi, le arie diffuse dall’interfono durante le rappresentazioni diventano la colonna sonora che accompagna le sue giornate.
A 3 anni vede nevicare per la prima volta durante il terzo atto di Bohème e si innamora di tutti quei meccanismi che, dietro le quinte, restituiscono al pubblico la magia di una perfetta messa in scena teatrale.
Le radici di figlia d’arte rappresentano una componente importantissima del suo percorso di vita, perché sono allo stesso tempo un punto di partenza imprescindibile per la sua formazione e uno stimolo in più nella ricerca della propria individualità professionale.
Rebecca Biagini
Rebecca ha sempre avuto molto ben chiara in mente la direzione che il suo percorso avrebbe dovuto seguire. Il suo ingresso all’Accademia Teatro alla Scala è frutto di questa consapevolezza e racconta molto bene quanto la tenacia abbia svolto per lei un ruolo fondamentale.
Dopo essersi formata in un ambito di studi apparentemente lontano dal mondo teatrale come quello del disegno industriale, Rebecca ha fatto valere tutta la convinzione e la fiducia nei propri mezzi per guadagnarsi l’ammissione al corso di Scenografia Teatrale, coronando così la sua ambizione.
La passione per l’arte e la cultura l’hanno sempre guidata anche nelle situazioni più difficili, permettendole di raggiungere con costanza gli obiettivi più importanti e arrivare dove anni fa sognava di poter essere.
Karolina Escobar
Da piccola Karolina amava trascorrere le sue giornate al teatro per bambini vicino a casa, in compagnia della mamma e della nonna. Ciò che colpiva più di ogni altra cosa la sua immaginazione era il potere magico che trucco e acconciatura avevano sulle sembianze degli attori, trasformandoli di volta in volta nei personaggi protagonisti delle diverse rappresentazioni.
Un incanto che Karolina provava a replicare su amici e compagni di scuola, truccandoli, pettinandoli e mettendo in scena insieme a loro le sue opere preferite.
Quello che inizialmente poteva sembrare solo un gioco, si è trasformato presto nella passione di una vita. A distanza di anni da quei primi esperimenti, e dopo un viaggio che da Cuba l’ha portata a Milano, Karolina ha trovato nell’Accademia Teatro alla Scala l’opportunità di realizzare il suo sogno.
Anna Castellani
In un percorso come quello di Anna, dimostrare il proprio coraggio può significare tante cose diverse.
Vuole dire confrontarsi ogni giorno con gli insegnati e i musicisti dell’Accademia, ciascuno con il proprio metodo e le proprie richieste specifiche. Vivere in maniera costruttiva la competizione con i compagni di corso. Saper riconoscere i propri limiti, lavorare per superarli e trasformare ogni giudizio, anche negativo, in un momento di crescita. Affrontare la paura del palcoscenico consci della fiducia nei propri mezzi e nella propria preparazione.
Alle tante sfumature del suo coraggio, Anna aggiunge una nota più personale: la leggerezza e il sorriso di chi non perde mai la voglia di divertirsi, anche di fronte alle prove più difficili.
Giulia Capra
Le grandi passioni sfuggono alle facili definizioni.
Per Giulia, ad esempio, la scenografia teatrale è qualcosa di molto più della sola interpretazione di un testo finalizzata alla ricerca di oggetti di scena.
È lo stupore di una bambina che rimane abbagliata dalla sua prima visita ai Laboratori del Teatro alla Scala. È la dedizione di chi ritrova quegli stessi Laboratori a distanza di anni, e da semplice spettatrice si riscopre custode della magia che guida la messa in scena. È l’urgenza espressiva di un’artista che non può fare a meno di avere una risma di “fogli di carta rigorosamente ruvida” sempre a portata di mano per dare forma alle proprie idee.
Sono questi i piccoli grandi segreti che alimentano l’amore di Giulia per il teatro e che ogni giorno l’accompagnano nell’espressione della sua creatività.
Erika Serio
Si può essere audace di indole, nelle scelte della vita e anche nella propria arte?
Sì, ed Erika ne è la dimostrazione. Da sempre curiosa verso ogni espressione artistica, dopo aver provato la danza e il disegno, ha scelto la fotografia perché tra tutte soddisfaceva maggiormente il suo bisogno di cogliere la bellezza. E così con la stessa determinazione e incoscienza con cui, macchina fotografica in mano, sceglie i soggetti da ritrarre, ha deciso di seguire il suo sogno, iscrivendosi al corso di Fotografia e Video di Scena dell’Accademia Teatro alla Scala. Dotata di un forte ottimismo, Erika continua dritta per la sua strada, in una ricerca artistica in cui l’unica regola è che non ci sono regole e ciò che veramente conta è riuscire a immortalare l’attimo.
Letizia Masini
“L’espressione artistica più effimera”. In queste poche parole Letizia condensa la sua idea della danza, una disciplina che non si risolve in un segno concreto, ma affida al solo movimento la capacità di astrarre le emozioni.
Danzare per Letizia significa confrontarsi ogni volta con uno schema fatto di regole e canoni rigidi; uno schema che non va tradito, ma che è però possibile ridefinire attraverso il movimento per ritrovare la propria capacità espressiva più intima e personale.
È una sensazione per lei difficile da spiegare a parole e che, come la danza, sfugge alle facili definizioni. E forse è proprio questa inafferrabilità a rappresentare l’essenza più autentica di quella che è per Letizia la libertà di sentirsi se stessa attraverso la propria arte.
Sara Arrigotti
Per Sara dietro ogni creazione scenografica si cela un concetto molto elaborato.
Partendo dall’organizzazione dello spazio sul palcoscenico, la sua sfida più grande è quella di restituire al pubblico una sensazione tanto articolata e sfaccettata quanto l’essenza della rappresentazione teatrale stessa. Anche se questo processo passa da un iter creativo sempre diverso, alcuni step restano imprescindibili: l’analisi personale, il confronto con il gruppo di lavoro, la capacità di affrontare cambi di direzione imprevisti e improvvisi. Solo dopo aver fissato tematiche e punti chiave condivisi è possibile iniziare a ricamare la scenografia che vestirà l’opera.
Marta Ingaldi
Marta ha fatto propria la lezione del padre del cubismo, Pablo Picasso, il quale sosteneva la necessità di conoscere le regole come un professionista, affinché fosse possibile infrangerle come un artista. Proprio in questo modo, Marta ha riconosciuto l’importanza della disciplina e dello studio teorico all’interno del suo percorso di studi, come primo passo indispensabile per una loro interpretazione nella creazione di uno stile personale.
Il suo rapporto con le regole non è fatto di rifiuto o insofferenza, quanto della necessità di trovare un canone in cui riconoscersi e potersi esprimere appieno. Questo approccio alla vita le ha permesso di compiere scelte di coraggio, come per esempio abbandonare percorsi apparentemente più sicuri, ma fuori dalle sue corde. L’ingresso all’Accademia Teatro alla Scala ha rappresentato quella svolta liberatoria che le ha finalmente permesso di far maturare il suo estro a regola d’arte.
Annachiara DiStefano
Muove i primi passi sul palco grazie alla danza classica, ma fin da subito capisce che il vero spettacolo, per lei, si svolge dietro le quinte: Annachiara è incantata dalle atmosfere e dalle emozioni che precedono la messa in scena e sente il desiderio di raccontarle.
Trova anche il modo: attraverso la fotografia, un interesse destinato a diventare molto più di un semplice hobby. Mentre coltiva le sue vocazioni artistiche, il suo spirito di avventura la conduce lungo un percorso tutt’altro che lineare: si laurea in Economia – con una tesi sull’etica dell’economia civile in cui ha approfondito la filosofia e il modello imprenditoriale della Fratelli Branca Distillerie – e poi cede ancora una volta al richiamo del palco per approdare al corso di Fotografia e Video di Scena dell’Accademia Teatro alla Scala. L’ammissione all’Accademia per Annachiara non è “un arrivo”, ma una nuova emozionante tappa: un’avventura di cui “catturare” ogni istante.
Laura DiFrancesco
Dopo il diploma all’Accademia di Belle arti di Brera, Laura ha capito che il mondo della scenografia teatrale le avrebbe permesso di esprimere appieno la propria creatività.
Perché la scenografia ha bisogno di studio e approfondimento, innanzitutto del contesto storico in cui si svolge un’opera. E proprio la storia, per Laura, è da sempre un presupposto imprescindibile per la costruzione di se stessa e dei suoi mondi artistici. A partire da quella familiare, che Laura ripercorre per la costruzione dell’albero genealogico, passando dal suo “anacronistico” hobby in cui ama indossare costumi risorgimentali e rievocare antiche battaglie, fino ovviamente ai suoi studi in Accademia, in cui il passato è un continuo stimolo per rappresentare il presente e immaginare artisticamente il futuro.
Elena Garau
C’è chi percorre strade già battute, ama uniformarsi e preferisce le risposte semplici. E poi c’è chi non si adatta, e come Elena non ha paura di seguire una passione poco comune come quella per il Lighting Design, anche quando questo significa dover lottare quotidianamente contro lo scetticismo dei propri coetanei.
Il più canonico percorso in architettura da lei intrapreso avrebbe potuto portarla altrove, ma Elena è sempre rimasta fedele al proprio amore per il teatro. Un amore incondizionato, che l’ha guidata fino all’ammissione all’Accademia Teatro alla Scala. Qui ha trovato il senso di appartenenza a un gruppo di persone con cui condividere gli stessi interessi e le stesse passioni, per esprimere al meglio la propria sensibilità creativa.